Nader, Italian, Cinema and Soccer Teacher, ha intrapreso un percorso educativo unico, plasmato dalle sue esperienze personali e professionali. In questa intervista, Nader ci offre una riflessione su ciò che lo ha spinto a diventare insegnante, su come vede il suo ruolo nella vita quotidiana degli studenti e sui principi che guidano il suo lavoro in una scuola internazionale.
Trasformare le cattive esperienze in vocazione
Nader attribuisce la sua scelta di carriera ai “cattivi maestri” che ha incontrato durante la sua formazione. Fin da bambino, percepiva la scuola come qualcosa di distante e non centrato su di lui, quasi come se il suo tempo fosse “di seconda mano”. Tuttavia, invece di sviluppare rancore, ha coltivato un affetto profondo per quei luoghi e quelle persone, trasformando queste esperienze in una vocazione all’insegnamento.
La magia della quotidianità
Per Nader, non esiste un singolo momento che cambi radicalmente la vita. Non crede nelle epifanie, ma piuttosto nel potere della quotidianità per rivelare l’essenza del mestiere di insegnante. La maestria e la naturalezza con cui si esercita la professione emergono giorno dopo giorno. Secondo Nader, sono i piccoli momenti quotidiani che, sommati, creano l’atmosfera scolastica che i vecchi studenti ricorderanno.
La lingua universale dei bambini
Nader trova la parte più gratificante del suo lavoro nelle prime ore del primo giorno di scuola e in quei piccoli gesti che mostrano la connessione tra gli studenti. Che sia un abbraccio dopo un goal o l’aiuto reciproco prima di un esame, Nader sottolinea come, in questi momenti, i bambini parlino tutti la stessa lingua, creando un senso di comunità e appartenenza.
Il silenzio di un desiderio soddisfatto
Quando Nader guarda l’alba o il tramonto dalle finestre della Kinder International School Bologna, riflette sul fatto che chiedere qualcosa di più potrebbe stonare con la bellezza del paesaggio che già esiste. Per lui, il semplice esistere in quel contesto è già un sogno realizzato.
Un principio di innocenza
Il messaggio che Nader vuole lasciare alla comunità scolastica è che l’innocenza dei bambini è una responsabilità che ogni insegnante deve custodire con cura. Questo principio guida il suo lavoro quotidiano e il suo impegno verso gli studenti, sottolineando l’importanza di proteggere e valorizzare la purezza delle giovani menti.